Chiusura
de "Le Trottoir"
14.05.03
Ho
deciso di pubblicare il messaggio di Diego, collaboratore de "Le Trottoir",
dopo averlo letto sul newsgroup it.cultura.libri.
Questa notizia mi ha messo una gran tristezza e spero vivamente che qualcuno
possa fare qualcosa di utile per un luogo di culto per i fan di Pinketts e
non.
Alessandra
Sono
un collaboratore de "Le Trottoir" di Milano,
come certamente avrete letto sui più importanti quotidiani del paese
siamo arrivati in fondo alla questione.
Mi
permetto di inviarvi uno stralcio dal quotidiano "La
Stampa" del 13/05/2003.
Vi saremo grati se sarete con noi nella lotta alla sopravvivenza del nostro
locale, pubblicizzando quanto più possibile queste informazioni, e
esprimendo una vostra solidarietà inviando una mail all'indirizzo mannarelli@hotmail.com
e kirkmi@email.it.
Grazie
per la Vostra attenzione.
Diego
"Le Trottoir"
Birra, musica e artisti in catene per lultima notte del «Trottoir»
Lo
storico locale di Brera è destinato a chiudere Il gruppo Trussardi,
titolare della licenza e proprietario dei muri, vuole 400 mila euro di affitti
arretrati
Birra, musica e artisti in catene per lultima notte del «Trottoir»
TUTTO è pronto per lultima notte legale del «Trottoir»,
il locale allincrocio tra via Tivoli e corso Garibaldi. A mezzanotte
e un minuto scadrà il termine concesso dal Tribunale nellordinanza
esecutiva di sfratto numero 9541. «Da domani potranno mandarci via in
qualsiasi momento, gli basterà radunare la forza pubblica e un ufficiale
giudiziario», sospira il titolare, K. Mannarelli. Lultima notte
del «Trottoir» sarà più o meno come la prima, dodici
anni fa: pop corn sui tavoli, quadri sui muri, musica dal vivo su entrambi
i piani e tante pinte «Pinketts» di birra, intitolate allo scrittore,
per il quale «Questa è la mia seconda casa». E proprio
Andrea Pinketts sarà uno degli aficionados di questo bar a mobilitarsi
per scongiurarne la chiusura. Con lui gli artisti rimasti a Brera: lidea
è di incatenarsi davanti allingresso. Pinketts improvviserà
un romanzo noir, «Michelangelo jr» dipingerà lacrime sui
muri, metafora della malinconica chiusura. «Arte, cultura e comunicazione»
sono le parole dordine che hanno forgiato la storia del «Trottoir»,
dal caffè servito nelle tazze grandi ai sei quotidiani disponibili,
dalle mostre - fece scalpore quella di Bettino Craxi, quando lex leader
socialista era già ad Hammamet - al buttafuori «per non far entrare
un amico sempre ubriaco». Se questo bar della vecchia Milano, amato
da Piero Mazzarella e Giorgio Strehler, chiude i battenti non è per
mancanza di clienti, tuttaltro. «Chiude per mancato pagamento
dei canoni di locazione e daffitto delle licenze per quasi 400 mila
euro», spiegano alla Pontaccio Srl, società immobiliare che gestisce
le proprietà della famiglia Trussardi. «Chiude dopo dodici anni
di prepotenze - obietta Mannarelli - in cui le hanno provate tutte per mandarci
via: per tre anni ci hanno lasciati senza canna fumaria nonostante la licenza
da ristorante e ci hanno sempre impedito di vendere i tabacchi». Cè
rassegnazione nelle parole di questo canadese che cambia molto spesso nomi
(«Max? Ma se mi chiamo K. da almeno nove giorni») e amori (tre
ex mogli, la prima delle quali gli suggerì il nome «Trottoir»,
in francese marciapiede). Ora allarga le braccia: «Ho resistito dodici
anni, speso 50 milioni di lire allanno in avvocati, cosaltro posso
fare?». Intanto, da stanotte, dormire sul divanetto al secondo piano
del locale. E aspettare un ufficiale giudiziario che lo metta alla porta.
Sul marciapiede. «Sur le trottoir».